sabato, maggio 26, 2007

Povere modelle


Fare i giornalisti è duro, non c'è che dire: pochi posti e tanti aspiranti, spesso anche bravi. Ma che dire delle modelle che forse si spartiscono una torta ancora più piccola della nostra? In questi ultimi quattro giorni sono stato in fiera a Milano (fra l'altro con il magno e con il boss della sardegna) e notavo quante modelle sono costrette a fare le standiste per una manciata di euro. Arrivano dalla Russia, dai Paesi dell'Europa dell'est e sono bellissime, alte, slanciate, perfette. Sognavano la moda, le passerelle, o meglio ancora di essere veline della tv e invece campano rispondendo a gente come me: "Scusi cercavo tizio, può vedere se c'è?". Si alzano dai loro sgabelli con le minigonne ipermini, avvolte in vestitini vedo non vedo e sfilano fino alla sala interna allo stand per chiamare tizio. Un lavoro che - siamo sinceri - potrebbe fare chiunque, anche un donnone di cento chili con l'alito che puzza. In fondo, machissenefrega, di come sono le standiste. Fino a poco tempo fa era un lavoro da ragazze universitarie in cerca di qualche soldo. Oggi, invece, le universitarie sono poche: per lo stesso prezzo possono avere una modella fallita.
(immagine tratta da una fiera casuale)

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4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

"notavo quante modelle sono costrette a fare le standiste per una manciata di euro". eccerto, poverine, mettersi una minigonna e stare sedute tutto il giorno a sorridere è proprio faticoso. e poi ti danno solo 100 euro, il prezzo - e lo sappiamo bene - di 100 righe su uno qualsiasi dei quotidiani nazionali a maggiore tiratura. peccato che per fare 100 righe ti devi sbattere un attimino di più.
c'hai ragione però, pore stelle...

(gum, ma che te sei fumato?)
ellevu

11:10 AM  
Blogger guido maurino said...

non guardare il vile denaro. la questione è che tu hai un sogno (fosse anche la velina, ma è un sogno) e ti trovi a fare la standista. prendi quei giornalisti che fanno ufficio stampa, guadagnano anche più soldi, ma fanno l'ufficio stampa, non quello che volevano fare. il discorso è lo stesso. naturalmente con tutto il rispetto del caso per chi fa un altro lavoro

1:57 PM  
Anonymous Anonimo said...

Mah. Siamo a "Studio aperto" economia, ormai, eh?

Come i servizi sulle sovraffollate palestre, i centri di cure e così via.

dom. (a difesa dell'economia classica)

4:34 PM  
Blogger guido maurino said...

studio aperto, effettivamente, è un po' il mio sogno segreto... io, lele mora e la canalis...che trio

5:46 PM  

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