Milano e me
Questo post è dedicato a m.diano che mi chiede di Milano.
Si dice sempre della Milano caotica, della Milano che lavora, della metropoli. Poi una domenica sono rimasto in città. Con gli occhi della domenica ti sembra che l'efficentismo sia solo un velo, la gente che corre da una parte all'altra, una superficie. Quando Milano si svuota rimane la parte migliore della città. Che poi in fondo è gente di provincia. Nel parchetto davanti a casa mia - un po' di prato, quattro panchine e due altalene - c'erano le signore di mezza età col cane, i bambini (quelli che non hanno la casa al mare) che giocavano e i vecchi seduti a parlare di politica e di guerra in Iraq. Mi sono spostato, sono andato al Castello Sforzesco. La scena era poco diversa. Forse solo qualche giovane in più, con i palloni, il campo da basket, il frisbie. In un angolo, un tavolino da pic-nic con quattro anziani davanti ad un buon vino bianco. E poi le coppie che passeggiano nei vialetti che tagliano il bosco del parco cercando di seminare le zanzare. Unica curiosità: sono molte le donne italiane che escono con uomini extracomunitari.
Il problema di Milano è che è un non-luogo: la gente viene, lavora, guadagna e se ne va. Chi abita Milano? Chi vive Milano? Sembra di stare all'aeroporto, almeno 6 giorni la settimana. Poi per fortuna ci sono le domeniche d'estate, quando i milanesi di tutte le razze e i colori si riappropriano della città.
Caro m.d. questa è la mia prima impressione di Milano. Ne seguiranno di migliori