lunedì, aprile 23, 2007

Partito Democratico, o della fine delle ideologie

Sciogliendo i Ds e la Margherita per dare vita al Partito Democratico non sbagliavano i loro leader a dire: "Nasce il primo partito del XXI secolo". Non sbagliavano perchè in un colpo solo hanno cancellato oltre cento anni di storia - quella del cattolicesimo e quella del socialismo - per dare vita a una "cosa" (termine in voga qualche anno fa) nuova. Il partito democratico non nasce da una fusione a freddo come ho letto tante volte in questi giorni. Nasce dal nulla. Non ha un richiamo storico-culturale a un passato proprio perchè ambisce a esserne il superamento. Non ha una nuova ideologia a cui ispirarsi perchè nessuno - che io sappia - ha mai pensato a una nuova corrente di pensiero cattolico-sociale-laica-ma-rispettosa-della-fede-che-guarda-ai-lavoratori-senza-dimenticare-le-imprese-alleata-degli-americani-ma-autonoma-da-bush-e-così-via. Non ha un'idea omnicomprensiva della società da portare avanti. Il partito democratico è il partito pragmatico per eccellenza. E' l'amministrazione più che il governo. Potrà fare tutto e il suo contrario. Per questo il Partito Democratico è al tempo stesso una speranza e una minaccia.

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martedì, aprile 17, 2007

Telecom e il primato della politica

Quante volte ci siamo detti - e spesso l'ho pensato anche io - che ormai l'economia e la finanza contano più della politica. Poi Telecom. Con gli americani di At&t che battono in ritirata proprio come voleva il governo, anche senza sbandierarlo ai quattro venti. Sia chiaro che penso avesse ragione Prodi, ma ancora mi stupisco che a volte la politica possa avere la meglio nella lotta di potere. E fa sorridere quando magari su altri temi - vedi la privatizzazione dell'acqua - sembra che non si possa fare nulla perchè "è il mercato bellezza". In realtà basta volerlo.

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venerdì, aprile 13, 2007

Io sto con gli ippopotami

Capita a volte di passare in via paolo sarpi, a Milano, la chinatown di Milano. Non serve l'indicazione all'inizio della strada per riconoscerla. Basta annusare quell'odore di fritto e agrodolce che permea le strade. Osservare i carretti pieni di mercanzie perchè via paolo sarpi è l'unico posto che io ricordi dove all'ingresso c'è ancora il divieto di circolare con i carretti. Sembra un ricordo del passato, se non fosse che qui i carretti circolano ancora. E poi le scritte dei negozi. Solo cinese.
I veri milanesi (che è un concetto un po' assurdo, me ne rendo conto) dicono che non è sempre stato così. Piano piano i cinesi si sono insediati e occupano tutta la via se non fosse per un paio di bar che ancora (credo) resistano. Hanno comprato pagando tanto e in cache. Qualcuno dice anche che non ci fosse alternativa che vendere ai cinesi: gente che non ha tanti scrupoli e non va per il sottile. Non so giudicare. Ma qui, hanno costruito la loro chinatown. Le amministrazioni che si sono succedute negli anni hanno lasciato fare. Albertini, l'amministratore di condominio, in fondo avrà pensato che quando l'inquilino paga e non rompe i coglioni è un buon inquilino.
Poi sono arrivati gli scontri con la polizia. Un motivo banale, sembra, che nasconde il risentimento per il progetto di pedonalizzare la via (che è una via brutta, ma vicino al centro). Un progetto del comune di Milano che nasconde a sua volta l'obiettivo di eliminare un ghetto nel cuore della città, ma soprattutto di far vedere che Milano non accetta zone franche. Quando la Moratti ha deciso di fare della sicurezza la sua ragione di vita come sindaco (e fino ad oggi non si era visto cos'altro volesse fare per la città) ha portato il ragionamento alle estreme conseguenze. Mettendosi anche contro la comunità cinese. Forse non ha tutti i torti. Ma la sicurezza della Moratti, d'altra parte, sta creando più tensioni che soluzioni.

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martedì, aprile 10, 2007

Emergency! Strada perde la bussola


Che Mastrogiacomo sia stato liberato è una gioia come sempre quando si salva una vita. Che i suoi due collaboratori siano morti è una tragedia come sempre quando si perde una vita umana. Che Hanefi sia arrestato è un poroblema come sempre quando una persona viene privata della libertà.


Detto questo, Strada "ha sbarellato", come mi spiegava ieri un autorevole esponente del governo intervistato alla radio. Perchè, per quanto possa essere stato importante il suo ruolo nella liberazione di Torsello prima e Mastrogiacomo poi, non si può negare al governo Karzai che qualche dubbio possa anche essergli venuto su questo Hanefi. Reponsabile della sicurezza di Emergency in Afghanistan Hanefi lo era anche sotto i talebani e adesso tratta con loro la liberazione di ostaggi, paga riscatti, gestisce i contatti. Nessuno oggi dall'Italia si spingerebbe a dire che fa il doppio gioco, ma non so quanti metterebbero la mano sul fuoco per lui. Ed è per questo forse che il governo è molto prudente nel chiedere la sua liberazione. Strada, accettando di lavorare per la liberazione degli ostaggi, sapeva di mettersi su un terreno minato dove il confine fra il bene e il male è labile. Lo sapeva a maggior ragione quando ha scelto di dare grande evidenza al suo ruolo. Adesso accetti di pagarne le conseguenze e che le paghi chi lavora per lui. Perchè è chiaro che il suo ruolo in Afghanistan non può più essere quello di organizzazione umanitaria neutrale fra le parti. Karzai, almeno, non la pensa così. Andarsene più che una minaccia diventa una questione di opportunità.

domenica, aprile 08, 2007

L'avvelenata -francesco guccini

Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni; va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...

Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...

Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...

Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fessoe quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto .

(l'ho riascoltata dopo tanto tempo. avrei voluto essere sgheretto o fulvio per metterla in blog ma non sono capace)

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lunedì, aprile 02, 2007

"Rovati torna, questa Telecom aspetta a te"

Crocifisso. Questa estate il consigliere di Prodi Angelo Rovati è stato costretto a dimettersi per aver elaborato un piano per Telecom Italia che prevedeva lo scoporo della rete telefonica da Telecom Italia e il ritorno della rete in mani pubbliche. "Eresia". "Interventismo". "Giochi di potere". E adesso che la Telecom potrebbe finire a due aziende straniere cosa succede? Venivo su in macchina da Fossano questa mattina e mi sono dovuto sentire in radio un bel po' di commentatori tutti a predicare il libero mercato, i vantaggi per i consumatori, per i risparmiatori, e così via. Teoricamente giusto. Se non fosse che la Telecom non è una catena di supermercati. Di rete telefonica ce n'è una sola. Come c'è una sola rete elettrica. O ferroviaria. E allora non è indifferente chi è il proprrietario. Se il servizio può essere gestito da più operatori, la rete dovrebbe essere fuori dai giochi e affidata a chi può gestirla in modo indipendente per poi dare il servizio in concessione a più operatori che si confrontano a parità di condizioni. Rovati e il suo modello Terna applicato a Telecom erano - con il senno di poi - la soluzione giusta. La soluzione giusta dal punto di vista economico, senz'altro. Ma anche dal punto di vista politico visto che le ultime vicende giudiziarie hanno ben mostrato come chi controlla la rete può controllare gli utenti. E allora solo una gestione politica della rete può, forse, dare qualche garanzia di trasparenza in più.

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