Destra e sinistra
Il Partito Democratico è un partito nuovo. Anche il Popolo delle Libertà è un partito nuovo. Nuovi perchè - mi pare da questi primi accenni di campagna elettorale - puntano a superare il concetto di destra e sinistra. Torna in mente il libro di Bobbio del 1994, Destra e Sinistra. Grandi linee sottolineava che i concetti di destra e sinistra sono reciprocamente esclusivi e congiuntamente esaustivi. E che la sinistra punta a trasformare la società mentre la destra a conservare l'esistente.
Oggi, però riconoscere i concetti di destra e sinistra negli attuali partiti italiani sembra difficile. Se Berlusconi non ha mai accettato di farsi ingabbiare nello schema della destra conservatrice oggi abbiamo anche un Veltroni che non ritiene più sufficiente richiamarsi alla sinistra, nelle varie declinzioni di "centrosinistra", "sinistra riformista", "socialismo" o "socialdemocrazia". Quell'ancora nella cultura della sinistra moderata che ancora era la guida e il credo di Prodi è affondata. Certo l'Unione appariva più come il partito dei consumatori (vedi le libealizzazioni di Bersani) che come una coalizione di centrosinistra ma non aveva rinunciato - paura? - a richiamarsi ai valori della sinistra. Nel partito democratico il tabù è caduto. Non si capisce - nè nel pd nè nel pdl - in nome di che cosa si sia rinunciato a categorie che hanno guidato due secoli di vita politica? Quale sia il sostituto ai concetti di destra e sinistra. E soprattutto se ne possiamo fare a meno.
posted by guido maurino at 12:25 AM
2 Comments:
La terza via di Blair & il "blarismo": è questa la lezione a cui sono giunti i socialismi occidentali (i comunisti non esistono più, ndr) e il sostituto del concetto di "sinistra". Che, poi, non è per niente un concetto ma una definizione: indicava la componente repubblicana, radicale fino a rivoluzionaria che siedeva alla sinistra del Presidente dell'Assemblea negli Stati Generali in Francia nel 1789.
I concetti sono un'altra cosa.
Il ragionamento di fondo è questo: quelli di sinistra comunque votano per te, mentre quelli di centro (e gli indecisi) bisogna convincerli.
Anche Fini, a destra, è passato dal MSI-Fiamma Tricolore, con la svolta di Fiuggi ('94?), ad Alleanza nazionale. Poi, il viaggio in Israele, con la famosa frase "infami le leggi fasciste". Ora viene l'ingresso nel PPE e diventerà probabilmente un moderato.
Il punto è che, se si vogliono fare le riforme, bisogna andare al governo. Altrimenti, ciccia, diventano tutte chiacchiere.
Lasciamo perdere la morale: quella in politica c'entra poco. Il problema, oggi, non è più quello di dare una definizione, ma di mettere in pratica le cose, partendo da quelle che vogliamo fare un po' tutti: il risanamento dei conti pubblici, la ricerca, lo sviluppo econmico, l'Alta velocità, una migliore Sanità, un Osservatorio sul mondo del lavoro, la lotta alla precarietà, la introduzione del salario minimo, l'abbattimento dei costi per la burocrazia, la riduzione delle tasse sui salari, incentivi alle imprese, la legge delega sulle morti bianche, tutele / Welfare (come in Europa), la Conferenza di pace per Afghanistan e così via ma potrei ancora proseguire.
Ti ripeto, la questione non è di definizione, ma di fatti / risultati (tu dovresti capirmi, dal momento che lavori per una testata, "Il Sole 24 Ore", che ha come slogan "LA CULTURA DEI FATTI").
La politica è più complessa di battute "ad effetto" e bisogna studiare: il malessere del Paese è reale, solo che bisogna aprire un po' gli occhi per guardare oltre al proprio orticello (tv, casa, sesso, soldi, amici etc. etc.).
Sennò, cosa ci mettiamo a fare i "pagliacci" anche noi? Schifo fanno. Tanto varrebbe alzare i remi in barca e parlare di Adriano (per i maschi) e della moda (per le femmine).
L. D.
Aggiungo una cosa: guarda che nelle liberalizzazioni di Bersani ci sono gli incentivi per la liberalizzazione del trasporto merci in Italia, come obbligato dalla normativa Ue. Altro che il partito dei consumatori... Qui si lavora
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