Referendum 2006, ovvero il primato della politica sull'uomo
L'anno scorso quando si votò al referendum su temi come la fecondazione assistita ed eterologa, alle urne non andò nessuno: nemmeno il 25%. Ed erano questioni che in qualche modo riguardavano il senso della vita, della morale, che forse attengono più alla persona che non alla politica.
Al contrario questa volta c'è stata una partecipazione se non di massa, comunque sopra le previsioni. Per votare su cosa? Su una riforma costituzionale che teneva insieme tutto e il contrario di tutto, cose condivisibili e cose no. Argomenti in ogni caso molto complessi da giudicare per un non addetto ai lavori tanto che sul corriere della sera Sartori (se non ricordo male) invitava a votare no seguendo l'opinione comune di quasi tutti i costituzionalisti italiani. Non potendo giudicare l'uomo comune doveva replicare nelle urne l'opinione di 100-200 esimi studiosi. Una premessa ottima perchè la gente stesse a casa. Invece no. Perchè? Perchè questa vota gli schieramenti politici erano nettamente divisi: centrisinistra per il no, centrodestra per il sì (anche se an e udc non si sono fatti cadere l'ernia per la campagna referendaria). E allora tutti a votare come suggerisce il segretario del nostro partito o il leader del nostro schieramento. Il trionfo della politica sull'uomo.