venerdì, luglio 28, 2006

abu omar, telecom, sismi, bove

Nel prepararmi a lasciare radio popolare vi rendo conto anche di un fallimento personale. Ho provato a seguire per qualche giorno la vicenda abu omar-telecom-sismi-bove e devo riconoscere che entrare nel giro di chi ha le informazioni e non le copia solo dai giornali è difficile, molto difficile. Però non tutto il poco tempo che gli ho dedicato è andato perso. Ho trovato un sito dove c'è un sacco di bella roba se andate a cercarvi "milan". In pratica le ordinanze dei gip in italiano e inglese. Cliccate qui. Lo so mancano le ultime, ma ci si fa già una bella ideuzza, se si ha voglia di leggere.

sperando di aver fatto finalmente un post utile, un abbraccio.

sabato, luglio 15, 2006

Sentenze all'italiana

Vabbè ragazzi faccio questo post e poi prometto di non rompere più le scatole con il calcio. Però che il genoa sia retrocesso in c per aver comprato una partita e il milan resti in serie A è uno scandalo. Se basta il tentativo di corruzione per marcire in una categoria inferiore alla B, allora che la legge sia uguale per tutti. E non voglio parlare della Juve che meriterebbe la C, ma che in fondo è stata la più penalizzata e giustamente può dire: "Che cazzo, pago io per tutti".
Altre squadre come il Torino, il Perugia e altre che non riordo sono state fallite e sono riaprtite come minimo da una categoria inferiore. giustissimo. Se il bilancio è da azienda in fallimento si ha una sorta doping amministrativo che permette alla squadra di spendere soldi che non ha. Ma che i conti di una società di calcio siano più penalizzanti che la stessa lealtà sportiva è scandaloso.

lunedì, luglio 10, 2006

campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo

Nel mio personalissimo album dei ricordi di questo campionato del mondo metto via la mia vicina filippina che urlava ad ogni rigore che l'Italia buttava dentro, che gridava: "Buffon I love you" e altre cose simili. Tanta passione da chi nel suo paese manco lo guarda il calcio. Eppure qui è diverso, il calcio è sport nazionale e la voglia di sentirsi per una volta italiani si manifesta tifando per la squadra forse più scarsa degli ultimi anni. Brutti sporchi e cattivi.
E allora nella retorica della nazionale operaia sono i tanti nuovi italiani ad essere i più rappresentati da questa vittoria. Nella squadra azzurra non c'era gente come Zidane che sembra avere le mani al posto dei piedi per come accarezza la palla, ma uno alla Materazzi che quando era ragazzino il suo allenatore l'obbligava ad allenarsi contro il muro per cercare di modellare quei ferri da stiro che faceva entrare negli scarpini o come Ringhio Gattuso. La differenza alla fine l'hanno fatta loro. Come nel paese la stanno facendo i tanti immigrati che vivono, lavorano e meriterebbero di sentirsi italiani tutto l'anno, non solo quando c'è il mondiale.