mercoledì, novembre 02, 2005

Compagno Sergio, camerata Cofferati

Contro i lavavetri ai semafori, contro i campi nomadi abusivi, contro le case occupate e anche contro i centri sociali. Oggi appoggiare Cofferati vuol dire tutto questo, domani chissà cos'altro. L'idea è semplice: la legalità è una, vale per l'operaio e per il finanziere, per il tossicodipendente e per l'immigrato. Una legge uguale per tutti.
Per la una parte della sinistra è una ricetta amara, per l'altra parte è una ricetta di destra e basta. Giustizia sociale, redistribuzione della ricchezza, uguaglianza: sono alcuni dei valori storici della sinistra. Ma occupare una casa vuol dire toglierla alla comunità, rendendo impossibile la sua assegnazione alle fasce più bisognose. Allo stesso tempo, organizzare una rete di accattonaggio con tanto di ragazzi minorenni vuol dire ridurre in schiavitù una fascia della popolazione impedendole di emanciparsi dalla spirale ignoranza=povertà.
E poi c'è un'altra questione. La sicurezza. Perchè alla fine chi ha più paura a girare per strada la notte: Berlusconi con la scorta o il pensionato con il cane? La sicurezza è sempre stata una parola che ha fatto paura alla sinistra, una parolaccia, lo spauracchio da lasciare alla destra, alla Lega. Di fronte al problema della sicurezza, la sinistra non ha ricette se non a lungo, lunghissimo termine: "Bisogna eliminare i campi nomadi, ma prima occorre creare le strutture adeguate. Bisogna perseguire gli spacciatori extracomunitari agli angoli delle strade, ma bisogna capire che lo fanno perchè hanno bisogno di vivere e che non si trova lavoro. Bisogna punire i tossici che commettono reati, ma prima occorre capire perchè si drogano". Su tutto, anche sui programmi politici, dovrebbe valere il vecchio adagio di Keynes: "Nel lungo periodo saremo tutti morti". E l'interventismo di Cofferati finisce per proteggere proprio le fasce deboli e oneste, qui e ora.
Nel sollevare il problema giusto - la legge uguale per tutti - Cofferati si è innamorato della sua visione di nuova sinistra e sembra aver dimenticato tutto il resto. Anche perchè la figura di segretario della Cgil è pari a qualla di un monarca assoluto e l'abilità di mediazione e confronto del sindaco di Bologna si deve essere esaurita nei suoi anni di sindacato. Senza un progetto di cambiamento, però, il lavoro fin qui fatto da Cofferati con coraggio e grande sostegno popolare appare inutile. Ha ragione la destra quando dice che il problema dell'accattonaggio non si risolve con una manciata di multe.
Adesso, lo sceriffo Cofferati riponga la pistola e riprenda la fascia tricolore del sindaco. Torni in ufficio e dimostri, ad esempio, che le case sgomberate saranno affidate in tempi brevi a chi ne ha bisogno. Perchè la sicurezza è un valore, non l'unico valore.

19 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Avrei una proposta: scambio alla pari Cofferati-Mercedes Bresso. Noi vi diamo anche un quintale di tortellini, cinquanta ettari di campo coltivati a granoturco e un'intera squadra di porcelli per la mortadella. In cambio, ci aspettiamo solo la sensibilissima (e intelligente) presidente della Regione Piemonte, con un paio di buoni acquisti per la Grande punto.
Ti assicuro che Cofferati è bravo: sa fare il suo lavoro, è molto preciso, a volte pignolo. E poi è simpatico, ride, insomma una persona che sa stare al gioco. Un vero spirito liberale, finalmente, in una sinistra che troppe volte agita lo spettro della sicurezza (e della repressione) per migliorare la società.
Lui no: se deve dire una parola buona per qualcuno, non perde l'occasione. Il difetto? Non sa proprio imporsi. Gli manca un po' di autorità, ma in Piemonte andrà benissimo. Dai retta a me.

Dome

11:26 AM  
Anonymous Anonimo said...

non ho i numeri davanti a me, ma ho letto che l'amministrazione Cofferati nell'ultimo anno ha assegnato oltre 600 alloggi pubblici coontro i quasi 300 della giunta Guazzaloca (nel suo ultimo anno).
Le scelte sono sempre più o meno visibili.
Quello che manca, invece, secondo me, è una stretta più forte nei confronti dell'illegalità più evidente: spacciatori (di cui sono piene le vie universitarie), evasione fiscale o parcheggiatori abusivi.
Con un distinguo: che differenza c'è tra un parcheggiatore abusivo e il parchimetro che il comune ha appaltato a un'azienda privata? Quasi nessuna: se non paghi il parcheggiatore abusivo è probabile che ti righi la macchina; se non paghi il parcheggio comunale è sicuro che te la portano via (nonmeno di 100 euro per recuperarla). Certo è la vecchia questione del monopolio dell'uso della forza, ma a parte questo, una città solidale non fa pagare ai cittadini anche il parcheggio, forse.

11:45 AM  
Blogger guido maurino said...

A Dome dico che per me si può anche fare. Non in tutto il Piemonte, ma almeno a Torino, forse uno sceriffo non guasterebbe. Se poi alla mortadella e ai torttellini ci aggiungi due damigiane di lambrusco è fatta.

A Krazny. Onestamente non conosco così bene Bologna. Ne ho parlato con francesco m. e mi è sembrato di capire che non si viva così male. Sono d'accordo con te che bisogna ridurre il più possibile l'illegalità. Se Cofferati dice: "La legge è una e vale per tutti" non si può che essere con lui. Basta che la legalità non diventi fine a sè stessa. Deve essere chiaro che è un mezzo per i cittadini e che tiene conto dei cittadini.

12:59 PM  
Anonymous Anonimo said...

Beh, l'appello sulla stretta all'illegalità non è che mi piaciucchi molto, personalmente. Sono bolognese (nato a 18 chilometri dalla città; residenza vicino al centro). Forse mi piace di più un sindaco che si ricordi l'anima scoreggiona (esattamente, si dice così qui!) del bolognese. Krazny, un po' mi stupisce il fatto che per anni hai vissuto qui: non penso che la città ti abbia dato problemi di sicurezza. Non è perfetta? Of course, no. Spacciano? Oh yes: è la gente, però, a mantenerli, comprando. Vuoi togliere i pusher, tutti i pusher: sei sicuro che sono tutti d'accordo?

Chiudo. Ho una sola domanda: ma perché accidenti la sinistra si è messa in testa di fare di Bologna la vetrina della sua immagine? Ci lascino stare gli styrumentalizzatori come Cofferati: non lo penso solo io, lo dicono in tanti qui. E credono pure che a lui non importa dei bolognesi, ma di un ministerino (magari gli Interni?) che per il finto camerata Sergio potrebbe essere vicino...

D.

3:43 PM  
Blogger guido maurino said...

Caro dome, hai ragione quando dici che se ci sono gli spacciatori c'è chi compra, ma non è la maggioranza dei bolognesi. Non sono un appassionato di sondaggi, ma se l'85% dei bolognesi sta con Cofferati una ragione ci sarà.
Che Cofferati voglia fare il ministro è probabile, ma il problema della legalità è una questione che una coalizione che si candida a governare deve affrontare. Non basta dire che ci sono cose più importanti. Bisogna avere idee su ogni questione ritenuta rilevante per i cittadini. Nella sinistra, ammettiamolo, la questione legalità non è mai stata affrontata seriamente e ha sempre prevalso una sorta di pietismo.

5:15 PM  
Anonymous Anonimo said...

Bologna è stata per decenni la vetrina del comunismo nel mondo occidentale. Bologna è stata per anni una città modello: la città in cui in autobus si andava gratis (pagava il Comune); la città in cui se buttavi una carta per terra il primo passante ti rimproverava; la città in cui nessuno restava solo. E' vietato avere nostalgia di quella Bologna?

9:00 AM  
Anonymous Anonimo said...

Ragazzi, viva le legalità. I sondaggi tarroccati che mettono in giro. E viva il fatto che qui la coalizione che vuole governare (a Roma) si mette i problemi di quali problemi affrontare domani.

Non voglio criticare. Al contrario: voglio dire che il mondo (Bologna, in questo caso) è bello così. Senza ansie da attentati, sceriffi o altro. Mi ha fatto un certo effetto (non troppo, tranqui) sentire mia madre che parla - o cercava di spiegarmi - dei "caporali", citati dal Coffy. Dagli spacciatori, ecc.

Il mio invito è lasciare i pusher a chi ne ha bisogno: svolgono una attività socialmente utile anche loro. E così pure i caporali, e chi piùà ne ha più ne metta. Nostalgia della vecchia Bologna? Ma quell'idea è solo una utopia, venduta negli anni. C'era più criminalità (e repressione) in quegli anni Settanta che adesso. Ricordate F.L., lo studente cui spararono? E le rivolte, le ansie, le angosce dei tempi?

Coffy, kraz. e gu., non capisce che il mondo, oggi, qui e adesso... è bello così. E impugna l'arma del potere per cercare di costruire la sua utopia (se in buonafede); alla peggio, la sua carriera.

Un buon sindaco è come un medico: regola numero uno, tranquilizzare i cittadini.

d.

10:18 AM  
Anonymous Anonimo said...

queste sono sonore cazzate. un medico che mi tranquillizza se ho un tumore merita di essere radiato dall'ordine e incarcerato.
Umberto Galimberti, sull'Espresso di oggi, ci invita egregiamente a mettere a confronto il nostro senso della legge col nostro modus vivendi.
Se non vogliamo misurarci con la realtà e vivere nelle favole, poi, beh, questo è un altro discorso

2:43 PM  
Anonymous Anonimo said...

Hai ragione, Krazny. Dal tuo punto di vista Coffy ha ragione. Il mio punto di vista è però quello espresso da Vasco rossi, nell'introduzione alla canzone Generale.

"Generale dietro la collina - e questa è la canzone - ci sta la guerra buia e assassina..." Ma poi, osserva Vasco, ecco che parte la poesia: "e in mezzo al prato c'è una contadina..": e io scelgo la poesia! conclude il cantante appenninico tosco-emiliano ;-)

Anch'io scelgo la "poesia": non c'è tumore, se non ce lo si va a cercare. Chiudendosi gli occhi? No: guardando il bicchiere mezzo pieno, anziché cercare gloria sul campo di battaglia...

Lo sappiamo da sempre, non fingiamo di ignorarlo: cavalcare le paure, in politica, è lo strumento preferito dai leader per ottenere il consenso. Paura del nero, del diverso, del drogato, dell'ebreo, del palestinese, del kamikaze, di Bin Laden, di George Bush e chi più ne ha più ne metta. Qualunque politica si fondi sulla repressione (e cioè sui timori "inconsci", irrazionali) è per me una vigliaccata. Coffy pensi alla legalità nel suo lavoro: dia case agli studenti, ponga un freno alla criminalità degli affittacamere ricchissimi, costruisca asili nido, migliori le scuole, allarghi gli ospedali. Insomma: faccia il sindaco, anziché il camerata. E - magari -, nel tempo libero, studi una biografia di Dozza, il mitico sindaco di Bologna, che governò Bologna per dieci anni e la portò alla massima felicità (costruì lui quella Bologna che poi nel '68 gli studenti fuori-sede e non vennero giustamente a godersi).

Ma Dozza aveva il ventre grande, una risata contagiosa, era alto 1,80 e pesava 110 chili. parlava un bolognese strettissimo e soprattutto lo usava con tutti, con le candenze del nostro idioma più gentili possibile. Dozza era espansivo, e intelligente: Coffy è introverso, pignolo, e comincio a dubitare anche della sua intelligenza. Che non si riduca solo in law and order, please. La vita è altro.

6:11 PM  
Blogger luca said...

E magari distinguere tra legalità e giustizia, come ha detto don Luigi Ciotti, ed evitare che l'una escluda l'altra.
LucaDI

12:58 AM  
Anonymous Anonimo said...

Anche Epifani ne ha detta una bella: "Non c'è legalità senza solidarietà".

D.

12:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

Caro compagno di banco,
non è possibile nascondere la felicità di essere qui, a Roma, a lavorare, come chiunque di noi avrebbe sperato.
Eppure so che perderò qualcosa a non essere lì con te e con gli altri, a Urbino, per altri sette mesi.
Poca cosa, penserà forse qualcuno, non io.
Mi mancherà un compagno di banco silenzioso e attento, preciso e open-mind, come dicono gli inglesi. E mi dispiace non averlo "sfruttato" abbastanza l'anno scorso, un compagno così. Quante chiacchierate perse, quanti confronti mancati...
Conto di poterli recuperare presto, magari già a dicembre, chissà, o quasi sicuramente a giugno.
Anyway; presto o tardi ci vedremo; a Urbino o a Roma. Keep in touch

6:23 PM  
Blogger guido maurino said...

Caro Fulvio,
ci sarà tempo anche per recuperare le vecchie chiacchiere e quelle che non abbiamo ancora fatto. Ti aspetto a urbino, naturalmente, e magari a Roma (che non si sa mai).

Anche tu mi mancherai. Mi hai insegnato tanto e spero che in qualche modo continuerai a farlo.

Il tuo posto l'ha preso una persona molto diversa, ma come te appassionata di questo lavoro. Forse il più appassionato di tutti noi. Il vostro scambio su questo blog a proposito della questione cofferati è in qualche modo un ideale p'assaggio di consegne.

2:41 PM  
Anonymous Anonimo said...

Tutto quello che scrivi é incredibilmente vero, soprattutto per chi, come me, Bologna la vive quotidianamente e teme a girare non solo di notte, ma a partire dalle 5 del pomeriggio.

1:37 PM  
Blogger guido maurino said...

grazie per la testimonianza nell'ultimo commento. Sarei curioso di sapere chi sei?

2:12 PM  
Anonymous Anonimo said...

Sono una studentessa di lettere a Bologna. Con la passione del giornalismo

11:21 AM  
Blogger guido maurino said...

in bocca al lupo.

2:16 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ma quale studentessa di lettere... non lo vedete che è Kraz mascherato?

:-0

Dom.

4:15 PM  
Anonymous Anonimo said...

No, sono realmente una studentessa....Silvia per l'appunto

5:24 PM  

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