venerdì, giugno 03, 2005

torino è casa mia/2

Andare a Torino è sempre una scoperta. Nell'ordine ho scoperto:
a) Sono davvero fuori dal tunnel dell'università: non conosco più nessuno, ho incontrato solo un mio vecchio compagno, di cui non ricordo nemmno il nome, che non mi stava nemmeno tanto simpatico, ma era l'unico con cui fare due parole
b) I giornali gratuiti sono sbarcati anche in città. Più nessun complesso d'inferiorità con Milano: adesso anche Torino ha 3 giornali gratuiti: Leggo, City e Metro. Ma ho avuto la netta impressione che la qualità della free press, se è possibile, sia caduta ancora più in basso. E io che un po' di tempo fa discutevo con Roidi sulla possibilità che diventassero dei giornali seri... Illuso.
c) Piazza San Carlo, il salotto buono di Torino è un gigantesco cantiere. Il buco con la piazza intorno. Volevano fare un parcheggio sotterraneo per le olimpiadi invernali del 2006 ma fra ritardi e l'interruzione dei lavori dopo aver trovato dei reperti archeologici, chissà se ce la faranno?
d) Nonostante tutto Torino è sempre Torino: spero che Luca D. apprezzi e si lanci in una serie di inchieste sulle tangenti pagate per tutti questi lavori e quelli sull'altà velocità.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

gui. gui.,

Molte cose sono cambiate dal nostro ultimo aperitivo urbinate.
E così Mercoledì scorso mi è suonato il cellulare. Era il dottor Capetti, il direttore del dipartimento Risorse Umane della Stampa: "E' lei Domenichini?"
"Sì, sono io" ho risposto.
"Ascolti, abbiamo un problema. Dato che il direttore del Giornale [Marcello Sorgi, ndr] si sta dimettendo - mi dice - e detto che il comitato di redazione è in ebollizione, a lei andrebbe bene se la mandassimo nella nostra redazione romana?"
Accipicchia. Ha detto niente. Stavo al telefono da due giorni con il collegio religioso La Sanette, dove stavo cercando di assicurarmi una sistemazione. Sembrava che la stanza di un certo professore sardo, che lascerà Torino il prossimo 13 giugno, ormai fosse mia.
"No, direttore, nessun problema - ho risposto - a Roma avrei già una sistemazione [nella casa degli squinternati: Domenichini-Benelli-Totaro-Zellino, ndr], ma in che settore pensavate di mandarmi?"
"Vediamo un pò - ha detto Capetti -Interni le interessa?"
Eh sì, che cavolo, ho fatto Scienze politiche all'uni.
"Sì sì - ho detto con voce tremulante - Interni andrebbe benissimo".
"Oppure anche cronaca nazionale - ha continuato il super-boss del personale - o magari le fanno fare il jolly, un pò a Interni, un pò a Cronaca".
"Vabbè, allora vado a Roma".

In sintesi: inizio e fine della mia esperienza torinese. Però erano simpatici, almeno al telefono.

1:35 PM  
Blogger guido maurino said...

Ricordati di me alla Stampa, anche se a roma

3:53 PM  

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