venerdì, gennaio 26, 2007

Indiani tremate, la concorrenza è in Italia


Leggevo il sole 24 ore, oggi, quando mi sono imbattuto nell'articolo di Damiano Beltrami (ex stagista). Il titolo: "Il news center? E' in India". Damiano cita una testata on line che appalta gli articoli a newscenter in India e spiega la grande convenienza che trovano le testate a commissionare articoli (ben fatti, peraltro) pagandoli un sesto di quanto costerebbero in Gran Bretagna. Ma un sesto di quanto costerebbero in Uk equivale a 25 sterline, 37 euro per articoli di 50 righe da 60 battute. Non mi sembra di dire una fesseria nel far notare che in Italia i maggiori quotidiani pagano sostanzialmente quella cifra a i giovani collaboratori mentre quelli più piccoli pagano molto, ma molto meno. Qualcuno dovrebbe dirlo agli inglesi: la nuova frontiera della manodopera a basso costo è l'Italia. Indiani tremate.


Di seguito, la prima parte dell'articolo


Andrew Leech, direttore della rivista online specializzata in temi ambientali «4ecotips», era scettico sul giornalismo telecomandato a distanza. Così, quando recentemente il caporedattore del suo giornale, Paul Imre, ha appaltato offshore il racconto della scuola più ecologica del Regno Unito alla High tech export editorial division, un service editoriale indiano di Kochi in Kerala, Leech ha storto il naso. Lui avrebbe semplicemente sguinzagliato uno dei suoi cronisti. Tanto più che la Hampton School di Hampton Court è a mezz'ora di auto dalla sede del giornale, a Chalfont St Peter, periferia occidentale di Londra.Quando però Leech ha letto l'articolo a firma di tale Ajith Aravindakshan, scritto a otto ore di volo da Heathrow e cinque fusi orari e mezzo da Greenwich, si è quasi convertito: «Francamente non avrei saputo produrre di meglio», ha sospirato.Solleticato dall'accuratezza di Ajith, Leech ha voluto risalire alle fonti consultate dal cronista indiano. «Mi sono reso conto - confida - che non si è limitato alle scarne informazioni del sito scolastico, ma ha contattato più volte l'istituto, recuperato statistiche, consultato esperti». Il tutto per 25 sterline (37 euro). Scritto dal cronista inglese il pezzo sarebbe costato 228 euro, sei volte di più.«I colleghi indiani - racconta Leech - per noi scrivono otto articoli al mese da cinquanta righe di sessanta battute: ci costano 200 sterline (304 euro, ndr). Se dovessimo commissionare lo stesso numero di pezzi a giornalisti britannici, la spesa sarebbe insostenibile: dovremmo sborsare qualcosa come 1.200 sterline (1.822 euro, ndr)».

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