Destra e sinistra

Il Partito Democratico è un partito nuovo. Anche il Popolo delle Libertà è un partito nuovo. Nuovi perchè - mi pare da questi primi accenni di campagna elettorale - puntano a superare il concetto di destra e sinistra. Torna in mente il libro di Bobbio del 1994, Destra e Sinistra. Grandi linee sottolineava che i concetti di destra e sinistra sono reciprocamente esclusivi e congiuntamente esaustivi. E che la sinistra punta a trasformare la società mentre la destra a conservare l'esistente.
Oggi, però riconoscere i concetti di destra e sinistra negli attuali partiti italiani sembra difficile. Se Berlusconi non ha mai accettato di farsi ingabbiare nello schema della destra conservatrice oggi abbiamo anche un Veltroni che non ritiene più sufficiente richiamarsi alla sinistra, nelle varie declinzioni di "centrosinistra", "sinistra riformista", "socialismo" o "socialdemocrazia". Quell'ancora nella cultura della sinistra moderata che ancora era la guida e il credo di Prodi è affondata. Certo l'Unione appariva più come il partito dei consumatori (vedi le libealizzazioni di Bersani) che come una coalizione di centrosinistra ma non aveva rinunciato - paura? - a richiamarsi ai valori della sinistra. Nel partito democratico il tabù è caduto. Non si capisce - nè nel pd nè nel pdl - in nome di che cosa si sia rinunciato a categorie che hanno guidato due secoli di vita politica? Quale sia il sostituto ai concetti di destra e sinistra. E soprattutto se ne possiamo fare a meno.